R-Pi Pico diventa Unicode Binary Input Terminal

R-Pi

Tutti i dispositivi digitali e i computer presenti oggi sul mercato parlano binario. Ogni blocco di dati è una serie di uno e zero. Ma con un numero sufficiente di cifre binarie si può rappresentare quasi tutto. Le parole che state leggendo in questo momento, ad esempio, sono costituite da caratteri codificati ciascuno come una serie di cifre binarie. Unicode è lo standard di codifica più popolare per i caratteri alfanumerici e UTF-8 memorizza l’intero catalogo in 4 byte (128 bit). Normalmente non è necessario conoscere il codice binario per ciascun carattere. Li conoscete? Bene, vuol dire che troverete molto interessante il terminale di input binario Unicode.

Per quanto riguarda un computer, il terminale di input binario Unicode è solo una normale vecchia tastiera HID USB. Il dispositivo dirà al computer quale carattere stampare e il computer si comporterà come se una persona avesse digitato il codice di quel carattere su una tastiera reale. Facile no? Beh, mica tanto, se vediamo la questione dal punto di vista di un normalissimo utente. Sì, perché dal punto di vista di chi opera direttamente sul dispositivo, non è come usare una tastiera. Per inserire un carattere, infatti, occorre conoscerne il relativo codice binario. Possono quindi inserire il codice premendo gli interruttori a levetta sul dispositivo. Per inserire la lettera maiuscola “A” nel set di caratteri latini, ad esempio, l’utente dovrà spostare gli interruttori su OFF-ON-OFF-OFF-OFF-OFF-OFF-ON. Dopo aver completato la sequenza, lo schermo LCD del dispositivo mostrerà un’anteprima del carattere selezionato. Se ciò corrisponde al simbolo scelto dall’utente, quest’ultimo può quindi attivare l’interruttore SEND per inserire il carattere.

 

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Sono disponibili solo interruttori a otto bit, ma gli utenti possono utilizzare l’interruttore SHIFT se devono inserire byte aggiuntivi. Ciò dà all’utilizzatore l’accesso all’intero catalogo UTF-8, che include caratteri di altri sistemi di scrittura e persino emoji a colori. Una scheda di sviluppo R-Pi Pico gestisce tutte queste funzionalità. Utilizza uno schermo LCD per mostrare le anteprime dei caratteri e dietro lo schermo c’è un adattatore PCB per scheda SD personalizzato. Una scheda SD memorizza i file dei font con tutte le rappresentazioni dei caratteri. Tale spazio di archiviazione è necessario perché richiede molto spazio per contenere tutti i file necessari per caratteri speciali, come gli emoji. Gli interruttori a levetta si collegano ai pin I/O del Pico e tutti i componenti si montano su una piastra frontale in alluminio semplice ma attraente.

Se vi state chiedendo a cosa possa servire un dispositivo del genere all’atto pratico, la risposta è ovvia: non serve a nulla. Tuttavia, è molto interessante e aiuta a focalizzare l’attenzione sugli elementi costitutivi dei dispositivi elettronici che, normalmente, sono nascosti sotto molti strati di astrazioni. Se volete sbirciare l’intero progetto, potete trovare l.a pagina dedicata su hackaday.io .

 

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###Da sempre appassionato di tecnologia, soffro di insaziabile curiosità scientifica. Adoro sperimentare e approfondire le mie conoscenze sulle ultime novità sul mercato in termini di hardware, alta tecnologia e videogiochi. Attratto e coinvolto nella prototipazione hardware dalla piattaforma Arduino, Raspberry Pi e Nvidia Jetson.### ###Always passionate about technology, I am suffering from insatiable scientific curiosity. I love experimenting and deepening of my knowledge on the latest news on the market in terms of hardware, hi-tech and video games. Got attracted and involved in hardware prototyping by the Arduino platform, Raspberry Pi and Nvidia Jetson.###

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