Raspberry Pi prende il volo con 24 ventole!

Mantenere fresco il nostro Raspberry Pi è sempre stato essenziale per ottenere prestazioni adeguate, ma data la difficoltà di reperirli in questi periodo a causa della crisi dei microchip, ridurre al minimo i possibili problemi di affidabilità delle board è un aspetto diventato fondamentale. Normalmente, raffreddare significa utilizzare un dissipatore di calore e una singola ventola, o un dispositivo più avanzato come un sistema Ice Tower. Michael Kelments, tuttavia, ha deciso di portare le cose all’estremo creando un case per Raspberry Pi fatto (quasi) interamente di ventole.

Sì, avete capito giusto: il sistema di raffreddamento estremo di Kelments presenta 24 ventole disposte in un telaio tagliato al laser, di cui sei sui lati più lunghi e in alto, due sul lato più corto con porti I/O e quattro sul lato opposto. Questa disposizione offre spazio sufficiente per una Ice Tower, insieme al Pi, e le ventole opposte sono predisposte per offrire una configurazione push-pull e far circolare aria al fine di eliminare le zone dove il calore tende a ristagnare. Sebbene ogni ventola funzioni a 5 V e solo 0,1 amp ciascuna, quando collegate tra loro si arriva a ben 2,4 amp (12 watt) solo per il raffreddamento. Klements in realtà ha dovuto utilizzare un altro alimentatore esterno solo per ospitare le ventole, e ha accuratamente separato gli ingressi in modo che tutta la corrente non passasse attraverso un jumper.

 

Raspberry Pi

 

Inevitabile dire che si tratti di una build piuttosto impegnativa dal punto di vista dell’alimentazione, soprattutto quando le luci a led delle ventole si attivano contemporaneamente all’accensione del Raspberry Pi. A differenza del look, i risultati inerenti alle capacità di raffreddamento sono stati decisamente meno impressionanti, con una configurazione a 1,5 GHz standard e un’altra overcloccata a 2,2 GHz. Un semplice dissipatore di calore e una ventola si sono stabilizzati a una temperatura overcloccata di 75ºC, mentre un Ice Tower con una ventola hanno registrato una temperatura di 49ºC. Sempre un sistema Ice Tower con 24 ventole ha segnato 44ºC.

Dato l’enorme consumo di energia – oltre il 2000% rispetto a una normale configurazione a ventola singola- e il miglioramento piuttosto modesto, noi di Moreware riteniamo progetti come questo dei semplici esercizi di stile fine a se stessi, soprattutto considerando che i normali sistemi Pi non funzionano sempre al massimo delle loro capacità. Nulla da dire sul gusto personale e sull’idea decisamente particolare, per non parlare del bagliore verde proveniente dal case e che darebbe un tocco sci-fi a qualsiasi installazione, ma il beneficio si ferma praticamente qui. Una volta appagato l’occhio (sempre ammesso che tutti quei led vi piacciano), l’utilità cessa di esistere. Un ulteriore punto a sfavore di questa build, ad esempio, è senz’altro legato alla rumorosità: 24 ventole si fanno sentire, quindi prima di lanciarvi a buildare sistemi del genere, pensate molto bene a cosa dovete farci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se vi state chiedendo perché abbiamo deciso di parlare di questa particolare configurazione salvo poi considerarla tutto sommato inutile, la risposta è molto semplice: riteniamo che un esempio valga più di mille enunciati, parole o presunti dogmi. In un momento come questo, dove rincari e mancanza di componentistica stanno rendendo difficile fare making a ogni livello, prendere un Raspberry pi e farcirlo letteralmente di ventole per ottenere risultati trascurabili, è il tipico errore che vediamo fare dai nostri utenti alle prime armi o dai ragazzi durante i corsi. Il dimensionamento di un sistema è assolutamente fondamentale per la buona riuscita di un progetto, anche perché è in queste fasi che si valuta il budget e si capisce come impiegarlo. Facendo due conti a spanne, una ventola a led costa circa 4 euro, moltiplicando il tutto per 24 siamo a circa 100 euro, al quale poi dovete aggiungere i costi per il taglio laser del plexiglass che compone il case. Un sistema Ice Tower completo ve lo portate a casa con una ventina di euro, con backplate incluso e un fattore di forma notevolmente ridotto.

Ricordatevi sempre che, finché si sviluppano sistemi nella vostra cameretta, tutto è sostanzialmente lecito. E anche questo progetto lo è, a livello ricreativo! Divertitevi, spaziate, fate cose strane e non preoccupatevi di esagerare. Una volta messo in funzione tutto, capirete da soli di essere andati oltre il limite e potrete farvi una meravigliosa risata. Le cose, tuttavia, cambiano radicalmente quando si inizia a parlare di livello semi-professionale o didattico, dove per forza di cose i budget sono ridotti all’osso e la componentistica è limitata. Se avete imparato prima a pensare e lavorare “low budget” -che non vuol dire lavorare male- vi renderete conto che sarete tremendamente avvantaggiati rispetto a chi non sa farlo. Diceva Colin Chapman: “less, is more”. Mai come in questo caso, si tratta di un prezioso insegnamento.

 

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###Da sempre appassionato di tecnologia, soffro di insaziabile curiosità scientifica. Adoro sperimentare e approfondire le mie conoscenze sulle ultime novità sul mercato in termini di hardware, alta tecnologia e videogiochi. Attratto e coinvolto nella prototipazione hardware dalla piattaforma Arduino, Raspberry Pi e Nvidia Jetson.### ###Always passionate about technology, I am suffering from insatiable scientific curiosity. I love experimenting and deepening of my knowledge on the latest news on the market in terms of hardware, hi-tech and video games. Got attracted and involved in hardware prototyping by the Arduino platform, Raspberry Pi and Nvidia Jetson.###

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