Stampa 3D per realizzare protesi mediche in Africa

stampa 3D protesi

 La stampa 3D può cambiare la vita e il futuro delle persone disabili nei Paesi a basso tenore economico, mantenendo minimi i costi di gestione.

Perdere un arto o una sua parte a causa di un incidente, una infezione o, peggio, un ordigno offensivo, è debilitante sia dal punto di vista fisico che (soprattutto) psicologico: si tende a perdere fiducia in se stessi e nella vita che si ha ancora davanti, si diventa facile preda della depressione, ci si sente un peso per la propia famiglia e per la società.

Se poi si vive in un Paese del mondo meno “fortunato”, in cui le strutture mediche scarseggiano ed il reddito pro-capite raggiunge pochi euro al mese, subire una menomazionje del genere diventa una maledizione incurabile per l’intera esistenza. A meno che…

A meno che le nuove tecnologie emergenti nei paesi più sviluppati giungano a mitigare tale triste situazione. E’ ciò di cui si parla in questo articolo, le cui idee riassumiamo di seguito estendendole con i nostri commenti personali.

Il passato

Molte ferite e amputazioni complesse si verificano in Sierra Leone a causa di incidenti stradali e infezioni. Un problema comune è la presentazione ritardata del paziente in ospedale e la stragrande maggioranza dei pazienti consulta i guaritori tradizionali. A causa di questa combinazione di circostanze, un problema medico inizialmente di modesta entità porta spesso all’amputazione. Inoltre, molti amputati hanno perso gli arti a causa di atti di violenza da parte dei ribelli durante la guerra civile.

Quando alle persone mancano gli arti, spesso si sentono incomplete, il che può portare a insicurezza, depressione ed esclusione dalla società. Con l’aiuto di 3D Sierra Leone, le persone hanno l’opportunità di ottenere protesi a prezzi accessibili. Avere una protesi permetterà loro di sentirsi di nuovo parte della società, dando loro un enorme impulso di fiducia.

3D Sierra Leone è un progetto olandese nato nel 2018 per migliorare le strutture protesiche nei Paesi a basso e medio reddito. In collaborazione con il 3D-Lab presso il Radboud University Medical Center di Nijmegen, è stato allestito un laboratorio 3D pilota presso l’ospedale Masanga nella Sierra Leone rurale. Il fine: esplorare le tecniche di scansione e stampa 3D per produrre localmente ausili protesici a prezzi accessibili che soddisfino gli standard necessari.

Il presente

L’accesso alla stampa 3D, anche nella sua forma più elementare, può fornire uno strumento utile ed essenziale per la produzione di ausili medici rilevanti a livello locale, come tutori, stecche e protesi. E’ così possibile stampare sia prodotti semplici che più complessi quando necessario, riducendo i ritardi di trasporto e abbassando i costi. Utilizzando solo tre passaggi: scansione, progettazione e stampa – è possibile produrre protesi su misura per un’ampia varietà di amputati.

Stampa 3D

Inoltre, l’intero processo può essere automatizzato: l’adattamento protesico diventerebbe meno dipendente dalle capacità e dall’esperienza del singolo protesista. In questo modo, diviene più semplice anche formare più specialisti in protesi in un tempo più breve, per aiutare più persone bisognose.

Il futuro

Stampa 3D

Nell’ambito del progetto in Sierra Leone, si è cercato di reclutare e formare il maggior numero possibile di personale locale, con l’obiettivo che questo progetto possa essere svolto autonomamente dai lavoratori locali in futuro. Questo non è un problema per la maggior parte del lavoro manuale e della formazione fisioterapica. Tuttavia, progettare e stampare in 3D un invaso protesico è ancora un processo che richiede competenze specifiche, difficilmente ottenibili per persone con un’istruzione minore e conoscenze informatiche limitate. Ciò comporta la necessità di automazione e semplificazione del processo di progettazione digitale e investimenti strategici in un programma di formazione strutturato. C’è una stretta collaborazione con il programma nazionale di riabilitazione del ministero della salute in Sierra Leone per la realizzazione di questo progetto e dei corsi di formazione.

E noi?

Negli ultimi anni, sono stati condotti diversi studi per indagare il valore aggiunto della tecnologia di stampa 3D in ambito sanitario con risorse limitate. Nel proprio piccolo, anche noi Italiani abbiamo avuto modo di dire la nostra, attraverso l’ITS Nuove Tecnologie per la Vita. un scuola di Alta Specializzazione Tecnica Post Diploma L’offerta formativa del sistema di istruzione e formazione tecnica superiore è di livello terziario, parallela a quella accademica. L’ITS è infatti una realtà strettamente collegata alla realtà del sistema produttivo e del mercato del lavoro e, per questo, capace di rispondere all’esigenza di formare quadri intermedi ad elevata specializzazione tecnico-scientifica a sostegno della competitività delle imprese che hanno bisogno di giovani capaci di orientarsi nello scenario dell’innovazione tecnologica.

Nell’ambito del programma formativo, una delle classi dell’ITS ha partecipato lo scorso anno al Rare Disease Hackathon, un premio nato da un’idea di Koncept e UNIAMO per valorizzare i progetti e le iniziative promossi per migliorare la qualità della vita delle persone con malattia rara e tumori rari. Il gruppo di studio si è classificato nelle prime posizioni al ivello nazionale, presentando 3D4U.

Rare Disease Hackathon

Il progetto 3D4U offre un tentativo di pensiero laterale, di utilizzo di nuove tecnologie attraverso un’idea nuova:

  • La produzione e l’utilizzo di un sistema di modellazione e stampa 3D al fine di fornire esempi di organi colpiti dalla malattia per consentire una migliore comprensione della malattia e quindi una reazione maggiormente cosciente nel paziente
  • La riproduzione, veloce e personalizzata, di semplici oggetti utili nella vita di tutti i giorni (stoviglie, supporti), ma con determinate caratteristiche non presenti nella produzione di massa
  • L’ideazione e la stampa di oggetti utili per la stimolazione delle capacità sensoriali

Rare Disease Hackathon

E a questo punto, sarà possibile creare, popolare e condividere online un database ad oggetti in grado di raccogliere le “soluzioni” per la vita di tutti i giorni, assieme alle esperienze, ai modelli fisici e alle esperienze d’uso di altre persone nella stessa situazione.

Nella mutua condivisione di idee semplici e comuni troverà spazio un valido sistema di comunicazione dell’informazione, che tornerà utile a chiunque si trovasse nella medesima situazione, con dubbi e problemi da risolvere, e link e spiegazioni spesso troppo vaghi e confusi.

Il progetto è stato premiato per la propria sostenibilità, realizzabilità, economicità e leggerezza, e per la presentazione modulare, che richiede investimenti minimi iniziali ma è in grado di crescere aggiungendo elementi secondo le necessità locali.

Considerazioni finali

Nel rendere merito al lavoro del progetto 3DSierraLeone, che ha sapto trasformare un’idea di collaborazione ed aiuto in una realtà operante, ci preme sottolineare come anche i nostri ragazzi nazionali, quando opportunamente indirizzati e sensibilizzati, sono perfettamente in grado di presentare idee e progetti innovativi e validi, atti a trovare impiego nell’aiuto delle popolazioni residenti nella parte meno fortunata del nostro globo.

 

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Definire ciò che si è non risulta mai semplice o intuitivo, in specie quando nella vita si cerca costantemente di migliorarsi, di crescere tanto professionalmente quanto emotivamente. Lavoro per contribuire al mutamento dei settori cardine della computer science e per offrire sintesi ragionate e consulenza ad aziende e pubblicazioni ICT, ma anche perche’ ciò che riesco a portare a termine mi dà soddisfazione, piacere. Così come mi piace suonare (sax, tastiere, chitarra), cantare, scrivere (ho pubblicato 350 articoli scientfici e 3 libri sinora, ma non ho concluso ciò che ho da dire), leggere, Adoro la matematica, la logica, la filosofia, la scienza e la tecnologia, ed inseguo quel concetto di homo novus rinascimentale, cercando di completare quelle sezioni della mia vita che ancora appaiono poco ricche.

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