Raspberry PI Pico è il nuovo Arduino del quartiere

Raspberry PI Pico

Raspberry PI Pico rappresenta il meglio dei mondi Raspberry e Arduino: si tratta di un microcontrollore basato sul nuovo chip dual core M0+.

“È del Barocco incuter meraviglia,

chi non sa far stupir, vada alla striglia!”

Iniziava in questo modo il saggio di  Giovan Battista Marino, uno scrittore impegnato nella descrizione della preponderanza dell’apparire nei confronti dell’essere, persino a livello della letteratura. E questo stesso tipo di comportamento dissonante è oramai acquisito dai produttori odierni di hardware: riscontrata la cronica impossibilità di mantenere viva la congettura di Moore, hanno iniziato ad inventare sistemi sempre più barocchi per implementare servizi altrimenti impossibili da fornire a causa delle evidenti limitazioni elettroniche. Spacciandoli per hype.

Nomi altisonanti come Intel, Nvidia, AMD, sono da mesi ingolfati su promesse e prodotti che non riescono fisicamente a garantire: le uscite sono posticipate, e la carenza di novità si abbatte sul mercato scateando una corsa all’accaparramento che comporta una levitazione inusitata dei prezzi al consumo.

In questa battaglia continua all’impossibile mantenimento delle promesse tecnologiche, la Raspbery Foundation ha deciso di cambiare le regole: non più aumenti di frequenza di clock, non più raddoppi inusitati di RAM a bordo: piuttosto, una brusca sterzata verso i sistemi lean, low-energy, reinventando un segmento di mercato ricco ed in crescita, ma nel verso diametralmente opposto a quello atteso.

Cos’è?

Raspberry PI Pico

Raspberry Pi ha appena rilasciato Raspberry Pi Pico, la prima scheda microcontrollore basata sul nuovo chip RP2040, progettato per essere un microcontrollore economico (4 dollari USA) e flessibile, e una piattaforma di sviluppo in grado di lavorare con i linguaggi C/C++ e Python. Il chip RP2040 incorpora un nuovo processore dual core Cortex M0+ in tecnologia ARM, in grado di funzionare a ben 133MHz, che può far conto su 2 MB di flash memory precaricata e 264 KB di SRAM.

Il chipset RP2040 rappresenta un chipset del tutto nuovo, con specifiche dettagliate all’inverosimile.

Ma quello che davvero impressiona è la gestione del risparmio energetico di questo piccolo mostro. Ne parleremo più avanti.

Gli avversari

Il mondo delle schede a microcontrollore su steroidi (tipicamente Cortex M0 o M4) è in continua evoluzione. Ricordiamo i nomi più blasonati entrati nell’arengo per guadagnarsi il premio agognato.

Raspberry PI Pico avversari

  • Teensy LC – Dove LC sta per low cost, è una board sicuramente meno carrozzata rispetto ai fratelli superiori, ma perfettamente in grado di conquistare una posizione di preminenza tra gli antagonsiti. Il suo processore Cortex M0+ a 48MHz e la dotazione di RAM lo pongono un gradino al di sotto del Pico, ma ben al di sopra di un Arduino plain vanilla.
  • Seeeduino Xiao – Anche qui ci troviamo con una schedina contenente un Cortex M0+ a 48 MHz  , ridotto e miniaturizzato ai minimi termini.
  • ESP32 – Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una incarnazione prestazionalmente compatibile con il Cortex M0+, e ad una molteplice sfilata di schede con funzionalità diverse per la comunicazione WiFi, Bluetooth, LoRA e così via. I costi (tra i 10 ed i 20 dollari) lo pongono subito fuori gioco, anche se dispone di sistemi di comunicazione non presenti su Pico.
  • Pro Micro – Prodotta da SparkFun, ed offerta ad un prezzo di poco inferiore a 20 dollari, vanta un clock a 16MHz (come Arduino) e non è in grado di competere con Pico né a livello di prezzo né a livello di prestazioni.

Le specifiche

Raspberry PI Pico specs

  • Microcontroller RP2040 con 2 MB di memoria flash
  • Dual core Cortex M0+ con clock sino a 133MHz
  • 264 KB di SRAM
  • 2 UART, 2 I2C, 2 SPI, sino a 16 canali PWM
  • Timer con 4 allarmi, Real Time Cock, Dual Programmable I/O Peripherals
  • Micro USB per alimentazione, dati e programmazione flash
  • 40 through holes/castellated pins per un montaggio ancora più flessibile
  • 26 3.3V GPIO pins – 23 digital only, 3 ADC capable
  • 3-pin ARM serial wire debug port
  • Alimentazione via micro USB o PSU/batteria (3.3V)

In particolare, occorre ricordare l’efficienza energetica del chip RP2040: in sleep o dormant mode, il Pico consuma meno di 2 mA, o 6 mW, mentre quando è sottoposto ad attività CPU-bound (grafica, calcoli) continua a consumare al massimo 90 mA, o 330 mW!

Questo significa che se si è in grado di programmare la board rispettando i dettami dell’efficienta, una semplice batteria LiPO da 820mA può durare giorni, o addirittura settimane.

Dove è possibile trovarlo?

Il Raspberry PI Pico è disponibile presso i rivenditori autorizzati, come Kubi e Melopero, su Seeed Studio e Pimoroni.

 

Link utili

 

 

Definire ciò che si è non risulta mai semplice o intuitivo, in specie quando nella vita si cerca costantemente di migliorarsi, di crescere tanto professionalmente quanto emotivamente. Lavoro per contribuire al mutamento dei settori cardine della computer science e per offrire sintesi ragionate e consulenza ad aziende e pubblicazioni ICT, ma anche perche’ ciò che riesco a portare a termine mi dà soddisfazione, piacere. Così come mi piace suonare (sax, tastiere, chitarra), cantare, scrivere (ho pubblicato 350 articoli scientfici e 3 libri sinora, ma non ho concluso ciò che ho da dire), leggere, Adoro la matematica, la logica, la filosofia, la scienza e la tecnologia, ed inseguo quel concetto di homo novus rinascimentale, cercando di completare quelle sezioni della mia vita che ancora appaiono poco ricche.

2 Comments

  1. Gaetano | | Reply

    L’ESP32 -NON- e’ basato su CortexM0, bensi’ su tecnologia Tensilixa Xtensa, e non ha LoRa (se non con transceiver esterni, ma in quel caso potrebbero tutti). La sua prerogativa e’ l’avere i MAC WiFi e Bluetooth integrati (il che lo rende molto adatto ad applicazioni IoT, piu’ del Raspberry Pico) e per questo, in termini di rapporto costo/feature, e’ anche piu’ favorevole di questo MCU della Raspberry Foundation

    • Luigi_Morelli | | Reply

      Grazie per la precisazione. Ad essere sinceri, in effetti c’è scritto che la maggior parte dei contendenti nella medesima fascia di mercato si basano su M0 o M4. Per essere corretti al 100% forse era meglio agigungere “o processori di potenza equivalente”, ma dal momento che l’articolo trattava di Raspberry PI Pico, non volevo lasciare eccessivo spazio alla descrizione degli altri sistemi di pari fascia, confidando nel fatto che chi leggesse fosse in grado di eseguire il necessario salto quantico per la comprensione. Ho comunque corretto nell’articolo la sezione incriminata.
      Quanto alla possibilità di lavorare “anche” con LoRa, ci troviamo di nuovo di fronte ad una scelta editoriale necessaria per poter aggiungere qualcosa di positivo sul sistema.
      Non ci troviamo di fronte tanto ad un duello comparativo quantitativo, quanto ad una lista di sistemi qualitativamente confrontabili.
      Apprezzo comunque il tempo che ha voluto dedicarci nella lettura e nella valutazione dell’articolo, e la invitiamo, qualora fosse interessato, a pubblicare con noi qualche articolo su ESP32, vista la sua pertinente esperienza in merito.

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