Raspberry Pi OS Trixie: la nuova versione di RpiOs

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Con l’arrivo di un anno dispari e la fine dell’estate, è tradizione per l’ecosistema Raspberry Pi OS accogliere una nuova major release basata su Debian Linux. Questa volta, il nome in codice è Trixie, in omaggio all’ormai sempre più oscuro cast di personaggi di Toy Story – Trixie è, per la cronaca, un triceratopo di plastica blu che appare in Toy Story 3.

Questo aggiornamento non è solo un cambio di nome o un semplice re-packaging. Come vedremo, Raspberry Pi OS Trixie porta con sé importanti cambiamenti a livello architetturale ereditati da Debian, oltre a significative migliorie all’interfaccia utente e una fondamentale riorganizzazione del packaging che aprirà nuove possibilità per gli utenti più esperti e per la personalizzazione delle immagini.

Un salto temporale per il 2038

Forse il cambiamento più importante a livello tecnico, sebbene invisibile nell’uso quotidiano, è quello che riguarda la gestione del tempo.

Per decenni, Linux ha utilizzato un sistema temporale basato sul conteggio dei secondi trascorsi da una data arbitraria (il 1° gennaio 1970 a mezzanotte), memorizzando questo valore in un numero intero a 32 bit con segno. Come sottolineato da un utente nei commenti, l’uso di un intero con segno è cruciale: il rollover (il superamento del valore massimo rappresentabile) non avverrebbe nel 2106 (come per un intero senza segno), ma il 19 gennaio 2038. In quel momento, il valore del tempo tornerebbe a essere un numero negativo, proiettando i sistemi vulnerabili indietro nel tempo fino alla fine del 1901.

Debian ha agito d’anticipo: a partire da Trixie, tutti i riferimenti temporali sono stati modificati per utilizzare un valore a 64 bit. Pur mantenendo la data di inizio (1° gennaio 1970), il numero di bit disponibili è raddoppiato, spostando l’overflow a circa l’anno 292.277.026.596. Insomma, il problema del Year 2038 è stato definitivamente risolto per le generazioni future. Questa modifica, pur non essendo percepibile, ha richiesto la ricompilazione di molte parti del sistema per garantire l’uniformità del nuovo formato temporale.

Un Desktop rinnovato: tema e usabilità

Oltre alle fondamenta ereditate da Debian, il team Raspberry Pi ha introdotto modifiche evidenti per l’utente, volte a rinfrescare e migliorare l’esperienza d’uso.

La prima cosa che salta all’occhio è il nuovo tema desktop. L’aggiornamento include:

  • Un set di icone completamente rinnovato.
  • Un nuovo font chiamato Nunito Sans Light, che sostituisce il vecchio Piboto in uso da un decennio.
  • Nuovi sfondi desktop, come quello predefinito che ritrae un’alba dorata sui monti Drakensberg in Lesotho.

Questo restyling è frutto della prima collaborazione con un designer esterno, un ex collega di Simon Long, e mira a rendere il sistema più pulito e moderno, raccogliendo anche consensi per il suo approccio minimalista.

Addio al mosaico di preferenze: Il Control Centre

Un altro grande passo avanti in termini di usabilità è la sostituzione delle vecchie e frammentate applicazioni di configurazione con un’unica nuova utility: il Control Centre (Centro di Controllo).

Applicazioni come Raspberry Pi Configuration, Appearance Settings, Mouse and Keyboard Settings, Screen Configuration e Printer sono state consolidate in un’unica interfaccia, rendendo la navigazione e la gestione delle impostazioni più agevole. Per spostarsi rapidamente tra le sezioni (es. ‘System’, ‘Screens’, ‘Printers’), è possibile passare il puntatore sui nomi delle pagine a sinistra e usare la rotella di scorrimento del mouse.

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Il Control Centre è stato progettato con un’architettura modulare: un’applicazione core leggera che carica tutte le sue funzionalità come librerie plugin a runtime. Questo approccio non solo ne facilita l’estensione futura da parte del team Raspberry Pi, ma consente anche a terze parti di scrivere le proprie pagine di impostazioni per il controllo di hardware personalizzato. Le istruzioni per lo sviluppo di plugin sono disponibili sul Control Centre GitHub page.

Aggiornamenti all’applicazione bookshelf

L’applicazione Bookshelf, lanciata durante la pandemia per l’accesso alle pubblicazioni gratuite di Raspberry Pi Press, è stata aggiornata per riflettere un nuovo modello di distribuzione.

I titoli più recenti sono ora visualizzati con un’icona a lucchetto. Questi saranno resi disponibili gratuitamente per tutti dopo alcuni mesi. Gli abbonati al Raspberry Pi Official Magazine possono cliccare il pulsante “Contribute” per effettuare l’accesso e sbloccare immediatamente i contenuti più recenti. A tal proposito, un utente ha chiesto del perché l’applicazione parta dal numero 31 del magazine; la risposta è che i numeri precedenti facevano parte di una rivista indipendente, e la Fondazione ha acquisito il nome, mantenendo la sequenza numerica, ma non possedendo i diritti sulle vecchie pubblicazioni.

Ridisegno del packaging: flessibilità per l’utente avanzato

L’ultima grande novità non riguarda l’immagine in sé, ma il processo di creazione e la sua modularità, un cambiamento molto apprezzato dagli utenti più tecnici.

Per semplificare la creazione di immagini personalizzate e facilitare la conversione tra immagini Lite (solo riga di comando) e Desktop, il team ha riorganizzato i pacchetti in un insieme gerarchico di metapacchetti.

Questi metapacchetti raggruppano tutti i pacchetti e file di configurazione necessari per le diverse componenti del desktop:

  1. Immagine Base (Desktop Minimalista):
    • rpd-wayland-core (per un ambiente desktop basato su Wayland) o rpd-x-core (per un ambiente basato su X, preferito dagli utenti con desktop alternativi come XFCE4).
    • rpd-theme (per aggiungere il nuovo tema, icone e font).
    • rpd-preferences (per Control Centre e i suoi plugin).
  2. Aggiunta di Applicazioni e Utilità:
    • rpd-applications: Include editor come Geany e Thonny, e browser come Firefox e Chromium.
    • rpd-utilities: Contiene le utilità e i menu di aiuto, tra cui Raspberry Pi Connect, SD Card Copier, Bookshelf, ecc.
    • rpd-developer: Aggiunge librerie Python e per la fotocamera.
    • rpd-graphics: Strumenti grafici e video da riga di comando (FFmpeg, GStreamer).
    • rpd-wayland-extras / rpd-x-extras: Utilità specifiche per l’ambiente (desktop remoto, screenshot).

Per gli utenti che partono da un’immagine Lite, l’installazione di questi metapacchetti (es. sudo apt install rpd-x-core rpd-theme) permette di costruire un’immagine desktop personalizzata.

Viceversa, partendo da un’immagine completa, è possibile rimuovere componenti non desiderati (un approccio più pulito per i minimalisti) con il comando sudo apt purge [metapacchetto] seguito da sudo apt autoremove. Questa modularità è stata incorporata anche in strumenti di generazione immagini come pi-gen.

Come ottenere Raspberry Pi OS Trixie

Come per ogni major upgrade di Debian, il team sconsiglia vivamente e non supporta il tentativo di aggiornare un’installazione di Bookworm esistente. La complessità del processo di upgrade (in-place) è elevata, con istruzioni lunghe e la necessità di rimuovere personalizzazioni, come evidenziato anche nei commenti del blog.

Il metodo più sicuro e raccomandato è effettuare il flash di una copia pulita dell’immagine Trixie, utilizzando:

  1. Raspberry Pi Imager (scaricabile da qui).
  2. Un file immagine scaricato direttamente dalla pagina dei download OS.

Attenzione: Se l’installazione corrente è su un SSD o scheda SD con dati importanti, è fondamentale eseguire un backup della cartella /home o, meglio ancora, clonare l’intera installazione prima di procedere.

Se si possiede un Raspberry Pi 5, 500 o 500+ collegato a una rete via Ethernet, è possibile accedere a una versione di Imager integrata nel bootloader:

  1. Scollegare l’alimentazione.
  2. Tenere premuto il tasto Shift.
  3. Ricollegare l’alimentazione.
  4. Il Raspberry Pi si avvierà in Imager, consentendo di scaricare e installare Trixie.

Domande frequenti e tempi di supporto

I commenti degli utenti hanno sollevato diverse questioni pratiche che è utile chiarire in modo più discorsivo.

Supporto per Bookworm e Upgrade In-Place

Un utente ha chiesto quale sarà la data di “taglio” per Bookworm. La risposta è che Debian Bookworm continuerà a ricevere supporto per circa due anni dalla comunità Debian. Tuttavia, per i pacchetti specifici di Raspberry Pi, non ci saranno più aggiornamenti, a parte patch critiche di sicurezza al kernel Linux.

Sebbene l’aggiornamento in-place da Bookworm a Trixie non sia supportato, alcuni utenti esperti hanno dichiarato di esserci riusciti con successo. Sebbene sia un’operazione rischiosa, chi vuole provarci può consultare le istruzioni fornite nel forum ufficiale (qui), ricordando che è un’azione a proprio rischio e pericolo.

Hardware e prestazioni

Riguardo alle prestazioni su hardware meno recente, come il Raspberry Pi 3, il team ha confermato che Trixie è stato testato fino al Pi 1 ed è ritenuto perfettamente utilizzabile sul Pi 3. Le questioni di velocità sono principalmente legate all’avvio e ad applicazioni intensive come Chromium, mentre l’uso generale del desktop (trascinamento finestre, ecc.) rimane “abbastanza scattante” sui modelli più datati.

Supporto per Add-on e Tool

Al momento del rilascio, alcuni pacchetti importanti non sono ancora disponibili per Trixie. Se utilizzate:

  • Raspberry AI HAT+ e AI Kit.
  • TV HAT (il cui supporto è previsto nel giro di qualche settimana).
  • Wolfram Mathematica.

È consigliabile continuare a usare l’immagine Bookworm fino a quando le versioni Trixie di questi pacchetti non saranno rilasciate. Per quanto riguarda la Camera 3 su Pi 5, un membro del team ha confermato che lavorare con picamera2 su Trixie funziona regolarmente.

Conclusioni

Raspberry Pi OS Trixie non è solo un semplice re-base sulla nuova versione di Debian, ma rappresenta un significativo passo avanti in termini di design, usabilità e modularità del sistema. Dalla risoluzione del problema del tempo a 64 bit alla riorganizzazione del desktop con il Control Centre, l’obiettivo è offrire un’esperienza utente più pulita e potente.

Le nuove opzioni di packaging tramite metapacchetti sono una benedizione per chi cerca la personalizzazione o per chi vuole convertire un’installazione Lite in Desktop (e viceversa), mentre l’introduzione di un tema più moderno dona al sistema un aspetto fresco e professionale.

Nonostante il consiglio sia quello di effettuare un’installazione pulita, il risultato finale su un hardware moderno (specialmente Pi 5 e Pi 500+) è un sistema operativo snello, reattivo e pronto per affrontare le sfide del computing moderno, mantenendo quell’approccio minimalista che da sempre caratterizza il lavoro del team Raspberry Pi.

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Simone Candido è un ragazzo appassionato del mondo tech nella sua totalità. Simone ama immedesimarsi in nuove esperienze, la sua filosofia si basa sulla irrefrenabile voglia di ampliare a 360° le sue conoscenze abbracciando tutti i campi del sapere, in quanto ritiene che il sapere umano sia il connubio perfetto tra cultura umanistica e scientifica.

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