Selene
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Il confronto era terminato. Sino all'ultimo istante il sole aveva combattuto la sua strenua battaglia contro le tenebre, sforzandosi di non cedere che pochi millimetri quadrati di superficie nel lento incedere ritmico che da sempre gli era proprio. Neanche stavolta ce l'aveva fatta, ma si riprometteva di vendicarsi la mattina successiva, lacerando le pieghe dei sogni notturni, tingendo il mondo di rosa e cacciando solitudini, ansie e dubbi, ultimi mostri terrestri, retaggio di ancestrali paure.

L'arancio vivo era stinto oramai nel pallido e lattiginoso colore del crepuscolo, e presto sarebbe stato definitivamente lavato via dal morto cobalto notturno.
Cammino sulla spiaggia a piedi nudi, le onde del mare mi si avvicinano timide per fuggire al mio movimento successivo. Non ho bisogno di un cane fedele al mio fianco, se posso parlare loro. Rispondono, mi consolano sospirando. Sorrido triste. Testimone muto dell'olocausto quotidiano, attendo impaziente il mio.

E' ora di tornare. La veranda sulla spiaggia mi accoglie come una vecchia nonna affezionata, scricchiolando al mio pasaggio. Mi siedo. Tra poco la incontrero' per l'ultima volta. Quante stelle, stasera!
"Ciao, sono qui." Sussulto. Gli occhi chiusi, mi ero lasciato andare ai ricordi. "Ciao, Selene", le rispondo. "E' una notte fantastica, non trovi?" Fantastica, sė..... troppo.
Respiro profondamente, poi "Non fidarti, amica mia. Il cielo e' un gran bugiardo. Cio' che mostra' e' gia' accaduto innumerevoli anni fa, e non puo' essere cambiato. Mai". "Come sei pessimista!" la sento ridere. Adora prendermi delicatamente in giro. Lo ha sempre fatto. "Il segreto della felicita' e' nel non chiedersi mai il perche' delle cose", continua allegra. Serena. All'apparenza.

Comincio ad innervosirmi. Non e' cosi' che doveva andare. E tutto cosi' vuoto cio' che stiamo dicendoci.... "Selene, io...vorrei parlarti. Seriamente. Dammene la possibilita'". "Puoi farlo. Quando vuoi. Non te lo proibisco. Ma attento alle conseguenze!"
Percepisco una lieve tensione nella sua voce. Parla due toni sopra la sua frequenza normale. Sembra una persona sull'orlo di una crisi isterica dormiente, che prega i suoi vicini di non ridestarla. La mia piccola Selene....

Prendo il coraggio a due mani. "Rimani qui con me, non fuggire via. Non tornare indietro". Il rumore di un ramo spezzato, ed io mi volto di scatto. Sono un fascio di nervi. Ed ho iniziato a sudare. "Sai perche' mi chiamo Selene, non e'vero?" mi risponde. Scuoto la testa. Eccoci al punto cruciale. "Lo so. Sei una persona fuori dal mondo. Dal nostro mondo. Ma lo sono anch'io, parola di E.T."
Rido nervosamente. E' tutto vero. La mia esistenza sulla Terra e' una continua dimostrazione dell'esistenza dell'assurdo e della negazione. "E' diverso", mi risponde, "tu sei cosciente della tua diversita' solo a causa della presenza dei tuoi 'simili', non a causa della Terra." Uno a zero.
La sua voce e' di seta, ma i concetti sono d'acciaio. Eppure....il tono le si abbassa, i suoi occhi guardano sicuramente verso terra. Tituba. Se solo non fosse cosi' dannatamente scuro intorno....

"Io... ecco, rappresento un'idea, per te. Null'altro". Non e' sincera. Persino un bastardino figlio della notte esprime le proprie clamorose riserve su tale affermazione.
Ardo dal desiderio di sollevarle il capo. Invece rispondo come al solito, buttandola sulla logica. "Perche' esista, un'idea deve avere una causa. Non esistono idee che vivono per se stesse". Talvolta mi chiedo per quale motivo io sia tanto imbranato. E' ovvio. Perche' cosi' piace a lei.
"Devo tornare a casa, e' li' la mia vita. Non posso impostare nuovamente la mia esistenza sulla probabilita', anche se questa probabilita' si chiama E.T. Anche se grazie a lui ho imparato ad apprezzare la vita. Il mio mondo mi chiama".

Sento una carezza. Mi e' vicinissima, ora. "Rimani...." mi trovo a pregarla. Contro ogni logica. Annullato. Cala il silenzio, come una ragnatela intessuta nei ritagli di spazio da un ragno paziente, mostrandosi in tutta la sua imponenza solo quando e' terminata.
Selene sta per scomparire, e la mia esistenza con lei. Il vento mi scompiglia i capelli all'improvviso, con il suo fare giocherellone. Sento di nuovo il mare che si avvicina sussurrando segreti che nessuno conoscera' e d'un tratto mi sembra di comprenderlo. Le frange consunte di un vecchio ombrellone da spiaggia mi sputano contro il verdetto: non riuscirai a lasciare cio' per cui continui a vivere.

Il mio respiro mi tiene compagnia. Mi sara' accanto sino alla fine. Forse l'unico. Buio, silenzio. E la sua presenza. Selene... "Sia cio' che hai detto, allora", mi sento affermare, "ma credimi, Cygni_61 non e' poi cosi' diversa dalla Terra..." "Cygni_61 ha un'unica grande differenza con la Terra, E.T.", mi risponde con un sorriso amaro, volgendosi.
"Cygni_61 non ospita nessuno, NESSUNO come E.T. ed io mi sento piu' sicura. Non sono costretta a rimettere tutto in discussione, ne' a gettarmi in un'esistenza di cui ho paura e che mi attrae pericolosamente. Non appartengo al tuo Sistema come non vi appartieni tu, ma per motivi contingenti. I nostri pianeti, le nostre culture, tutto ci distingue e ci separa, e non possiamo negare la realta' solo perche' riusciamo VERAMENTE a capirci. Non...possiamo. No...." le sue parole si confondevano ora con il ritmico andirivieni delle onde.

Aveva ragione, certo. "Hai ragione", le dico, e mi odio per la mia sincerita'. Sembra rinfrancata. Cio' significa che se non avessi ceduto, forse.... Ma ormai e' gia' lontana. Persa per sempre.
Arrivederci, piccola grande Selene. Ogni notte guardero' il cielo per salutarti, e tornero' a sorridere nel vederti, te lo prometto. Ma ora no.... "E.T. sei l'unico extraterrestre che riesce a sentirsi fuori casa in qualsiasi parte dell'Universo".
E' sollevata, non ha dovuto prendere la decisione. L'ho fatto io per lei. Impavido piccolo E.T.....quanto sei stupido! E' tornata a sorridere spontaneamente. Distesa. Ecco la mia ricompensa. "Ci risentiremo un giorno. Non saro' risentito nel risentirti!" le grido. Non capisce il doppio senso. Il feeling empatico che ci legava non esiste piu'.

"L'Universo e' grande, ma non infinito. Tutto vi e' possibile." e' la sua risposta. Ecco che parte. Ecco che scompare. Ecco che.... Ecco che piango.
Mi alzo. Mi avvio di nuovo verso il mare. Non sento piu' il silenzio. La vita mi pulsa dentro, il dolore me la evidenzia. La mia vita.... Nello spazio non esistono tempeste. Nel vuoto non esistono tempeste. Cammino. Inspiro l'aria salmastra e umida. Non vedo nulla. Non sento nulla. Solo vuoto.

Sulla veranda una lucciola verde mi osserva. Dallo schermo del computer usato sino a pochi istanti prima. La parola LOGOFF.

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