Musica
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Sono le due di notte. Sono sveglio.
Ritorno da un concerto di canzoni di amici miei. Ma non mi sento meglio.
La musica, tra tutte le invenzioni,risulta la piu' subdola.
Ti assale blandendo con il suono le emozioni, poi cessa all'improvviso, e resti male.

Il groppo nella gola non si scioglie, e ridere e scherzare a nulla vale.
Come il viandante che passando coglie il fior che cresce al ciglio della strada,
senza motivo alcuno, senza voglie, lasciando, nel passare, ch'esso cada,
cosi' canzone suscita il ricordo. E lo trafigge, alfine, con la spada.

E' un modo di pensare un po' balordo, lo so pur io che scrivo, eppure e' certo.
Da musica il pensiero nato e' sordo, non pare della logica un esperto.
Per quanto tenti di cacciarlo altrove ritorna a tormentarti a viso aperto.

La melodia ti dona luci nuove sul panno vecchio e liso del passato,
risveglia idee, certezze, tutto muove.
Ti offre quel pensiero non mai nato, quel palpito sicuro.
Quel dolore che uccide lentamente. Non chiamato.
E' viva. Parla. Agisce giu' nel cuore.
Ti chiama dolce, ingenua ti rapisce, ti da' la gioia e il gemito. Il calore.

Nessuno sapra' mai perch'essa agisce. Esiste, e basta.
Ma se non sei attenta, come ti volti, ratta, ti tradisce.
La musica che parla non e' spenta da interruttori o leve.
Ti accarezza, e ti entra nel cervello. E si lamenta.
Ma le sue note volano, e la brezza le porta via lontano.
Resta solo il vuoto muto nella sua grandezza.

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