E.T. e la fantascienza

All that we see or seem is but a dream within a dream (E.Allan Poe)

Per molto, forse troppo tempo è sopravvissuta l'errata concezione secondo cui la letteratura fantastica relativa a sviluppi tecnologici, sociali, temporali della realtà e tutte le implicaazioni che ad essa si riferiscono (passati alternativi, epopee fantasy ed altre amenità in stile) siano da considerarsi spazzatura. Non mi è del tutto chiaro il motivo per cui la gente si ostina a credere che ciò che non ha a che fare con la realtà sia privo d'importanza: crede forse che il telegiornale o le notizie pubblicate sui quotidiani siano lo specchio della situazione che stanno vivendo? Credono che la realtà sia unica, oggettiva, inalterabile? Se così fosse, allora dovrebbe esistere Mastro Destino che muove gli ingranaggi, e nulla più sarebbe soggetto a scelta. Preferisco credere invece che la vita sia dipendente dalle mie scelte, o per dirla alla Machiavelli, di "essere il fabbro del mio destino". Cosa c'entra Niccolò con la fantascienza? Nulla, forse, a parte la questione poco dibattuta che anche i suoi scritti, ai tempi in cui essi vennero resi pubblici, trattarono argomenti più vicini alla fantasia (di un pazzo rivoluzionario) che al concetto di saggio che allora andava per la maggiore.
Altra obiezione che vien fatta alla fantascienza è che, indicando una via d'uscita dalla realtà, essa offra un'avviamento verso l'alienazione, la schizofrenia, l'aberrazione, la fuga da se stessi; anche in questo caso, ritengo ben più deleteri gli effetti del medium televisivo sulla popolazione umana, che impedendo l'utilizzo del libero arbitrio ottunde lentamente ed inesorabilmente le facoltà percettive, cognitive e reattive del fisico umano. C'è chi afferma che nel romanzo di fantascienza si nasconda la ricerca dell'eroicità della realizzazione personale che ha in genere il bambino nei confronti del personaggio contenuto nel libro di avventure o (peggio ancora) nella storia a fumetti. Ciascuno di questi punti di vista, di per sè patologici, offrono nel loro insieme una immagine del lettore di fantascienza tutt'altro che rassicurante: individuo insicuro, incline alla paranoia, tendente all'astrazione ed all'autismo: bene, adesso alzate gli occhi dallo schermo e guardate il mondo: possibile che tutti quelli che vedete siano lettori di storie di fantascienza?

Una precisazione

Naturalmente il paragrafo precedente voleva essere un po' trasgressivo ed un po' sarcastico sul modo di pensare corrente; se tuttavia siete arrivati sino a questo punto nella lettura, forse in qualche modo vi ha colpito, interessato almeno un poco.
Ebbene, anche il paragrafo che precede questo puo', a buon bisogno, essere considerato fantascienza, perciò è necessario percorrere a ritroso il cammino effettuato per cercare di capire dove sia esattamente il clichè che definisce univocamente uno scritto come "di argomento fantascientifico". Ecco la seconda rivelazione: Non esiste! Al contrario di altri generi letterari (spy stories, detective stories, biografie, romanzi storici) non esiste un unico parametro che sia comune a tutti i romanzi di fantascienza! Ma allora, trattandosi di un insieme illimitato di parametri, perchè definirlo "fantascienza" e tacciarlo di scarso interesse, quando in realtà vi si può trovare di tutto, ed anche qualcosa in più? Semplice: perchè è più facile. Difficile risulterebbe l'analisi di un testo fantascientifico, poichè le variabili in gioco sono tante, molte di più dei testi normali: innanzi tutto occorre tener presente il livello di "dissociazione" con la realtà, il limite di credibilità dell'autore, le capacità narrative e descrittive del romanziere, le sue eventuali cognizioni scientifiche, psicologiche, sociali e via discorrendo. CIò che risulta da quest'analisi (pur nei limiti dello spazio a disposizione) è che è molto più difficile scrivere un buon libro di fantascienza che qualunque altra cosa non riguardi strettamente un tema che necessiti uno studio approfondito, e per questo stesso motivo è molto più difficile trovare autori di fantascienza di alto livello, mentre è sin troppo semplice incappare in poveri inetti che per passatempo imbrattano fogli di carta con scarabocchi da essi stessi definiti romanzo. Questo, in ultima analisi, e non motivazioni di ordine socio-psico-tecnico, è il motivo per cui poca gente riesce ad avvicinarsi alla letteratiura cosiddetta di fantascienza, e questo è il motivo per cui troppo spesso la fantascienza è definita la sorella più brutta e povera della letteratura.

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