Per molto, forse troppo tempo è sopravvissuta l'errata concezione secondo cui la letteratura fantastica relativa a sviluppi tecnologici, sociali, temporali della realtà e tutte le implicaazioni che ad essa si riferiscono (passati alternativi, epopee fantasy ed altre amenità in stile) siano da considerarsi spazzatura. Non mi è del tutto chiaro il motivo per cui la gente si ostina a credere che ciò che non ha a che fare con la realtà sia privo d'importanza: crede forse che il telegiornale o le notizie pubblicate sui quotidiani siano lo specchio della situazione che stanno vivendo? Credono che la realtà sia unica, oggettiva, inalterabile? Se così fosse, allora dovrebbe esistere Mastro Destino che muove gli ingranaggi, e nulla più sarebbe soggetto a scelta. Preferisco credere invece che la vita sia dipendente dalle mie scelte, o per dirla alla Machiavelli, di "essere il fabbro del mio destino". Cosa c'entra Niccolò con la fantascienza? Nulla, forse, a parte la questione poco dibattuta che anche i suoi scritti, ai tempi in cui essi vennero resi pubblici, trattarono argomenti più vicini alla fantasia (di un pazzo rivoluzionario) che al concetto di saggio che allora andava per la maggiore.
Altra obiezione che vien fatta alla fantascienza è che, indicando una via d'uscita dalla realtà, essa offra un'avviamento verso l'alienazione, la schizofrenia, l'aberrazione, la fuga da se stessi; anche in questo caso, ritengo ben più deleteri gli effetti del medium televisivo sulla popolazione umana, che impedendo l'utilizzo del libero arbitrio ottunde lentamente ed inesorabilmente le facoltà percettive, cognitive e reattive del fisico umano. C'è chi afferma che nel romanzo di fantascienza si nasconda la ricerca dell'eroicità della realizzazione personale che ha in genere il bambino nei confronti del personaggio contenuto nel libro di avventure o (peggio ancora) nella storia a fumetti. Ciascuno di questi punti di vista, di per sè patologici, offrono nel loro insieme una immagine del lettore di fantascienza tutt'altro che rassicurante: individuo insicuro, incline alla paranoia, tendente all'astrazione ed all'autismo: bene, adesso alzate gli occhi dallo schermo e guardate il mondo: possibile che tutti quelli che vedete siano lettori di storie di fantascienza?
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